Il ritrattamento endodontico è indicato in caso di denti già trattati endodonticamente ma che sviluppano delle infezioni, come si può vedere in questa radiografia.
Nella prima foto si può notare una rarefazione (zona più scura) all’apice del dente che dopo il ritrattamento endodontico non è presente come si evince nella seconda radiografia.
Su questi denti può essere necessario intervenire nuovamente quando si riscontrano dei problemi che non hanno permesso di ottenere una perfetta chiusura dei canali (anatomie complesse, presenza di calcificazioni, strumenti rotti, perforazioni,…) ed il dente nel tempo ha sviluppato dei problemi di infezione acuta e/o cronica.
In questi casi il paziente, nonostante una devitalizzazione già eseguita in precedenza, presenta fastidi a carico dell’elemento dentario trattato, oppure non ha nessuna sintomatologia ma presenta a livello radiologico dei segni di infezione cronica (granuloma).
FASI OPERATIVE DEI RITRATTAMENTI ENDODONTICI
Il ritrattamento endodontico prevede generalmente 4 fasi:
L’obiettivo di tale trattamento è quello di abbassare la carica batterica in modo tale da ottenere la risoluzione dell’infezione apicale.
Come per le devitalizzazioni primarie, anche in questo caso è fondamentale l’ulitizzo della diga di gomma.
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